[oblo_image id=”1″] Il gol vittoria lo ha segnato un agente di commercio. Lo stadio registrava il tutto esaurito: 3.000 spettatori in tutto. Niente tribune coperte o curve: al massimo qualche albero su cui arrampicarsi per una prospettiva “dall’alto”. Il calcio alla rovescia ogni tanto si diverte a raccontare storie come quella del Carquefou, formazione amatoriale della Loira. Una “squadretta” di dilettanti che si è tolta lo sfizio di eliminare i campioni del Nancy, compagine di tutto rispetto della massima divisione francese dove occupa il terzo posto. 2-1 il risultato per il Carquefou capace di assestare il colpo del ko a tre minuti dalla fine dei tempi supplementari grazie a Sebastien Le Paih, 34enne che rifiuta l’idea di appendere le scarpette al chiodo. Così, continua ad allenarsi ogni sera dopo aver completato la normale giornata lavorativa come commerciale. Come ha reagito il Nancy? Niente scuse infantili del tipo a noi la Coppa non interessa. Semplicemente i complimenti agli avversari che in campo hanno saputo nascondere la differenza di categoria spingendo il cuore oltre l’ostacolo.

[oblo_image id=”2″] Ma il calcio, nonostante i soldi e l’esasperazione del professionismo, non è nuovo a queste sorprese. L’eliminazione della nostra nazionale ai mondiali 1966 per un gol segnato da un dentista coreano è solo la riproposizione più illustre della leggenda di Davide e Golia. Proprio la Coppa di Francia ha regalato la favola del Calais, un gruppo di ragazzi uniti dall’amicizia e dall’amore per il pallone che nel 2000 arrivò addirittura alla finale dopo aver eliminato i campioni in carica del Bordeaux. In finale si arresero al Nantes solo su un dubbio rigore. Proprio il portiere del Nantes, Mickhael Landreu, per rispetto verso gli avversari volle alzare la Coppa insieme a Reginald Becque, capitano del Calais

E’ storia recente invece l’exploit dell’Havant & Waterlooville, squadra di sesta serie in grado di impegnare per oltre un’ora il Liverpool. A guidare l’impresa lo stravagante allenatore ribattezzato da tutti Charlie. All’anagrafe il tecnico vanta addirittura 11 nomi: i genitori diedero al figlio gli 11 nomi dei giocatori della squadra del QPR di cui erano tifosi sfegatati.E cosa succederebbe nel nostro calcio, se una formazione di dilettanti battesse uno squadrone di serie A? Non capiterà mai, ma forse farebbe bene.

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