Quello di Roberto Scarpetti, Prima della Bomba, viaggio nella conversione all’Islam, è un testo più che mai attuale, che riflette sul senso di appartenenza, sull’esigenza di sentirsi coinvolti in qualcosa, sulla confluenza delle nuove generazioni verso il radicalismo islamico e sulle differenze culturali tra Occidente e Oriente. Diretto dal regista argentino César Brie, lo spettacolo racconta dall’interno una conversione che ha virato verso un credo più radicale e integralista, ripercorrendo la crisi personale e ideologica di chi voleva cambiare il mondo credendo che fosse in atto una nuova Shoah, con i musulmani al posto degli ebrei e con l’Occidente a fare la parte dei Nazisti.

Siamo in una affollatissima metropolitana di una grande città, Davide, 22 anni, viso da bravo da ragazzo, coperto dal cappuccio della sua felpa, è pronto a farsi esplodere. Nel suo zaino c’è un ordigno artigianale. Prima della bomba indaga e va alla ricerca dei motivi e delle cause che hanno portato il giovane a convertirsi all’Islam, a realizzare l’ordigno con i suoi amici Karim e Rafiq, rispettivamente un italiano convertito e un fondamentalista afgano, e a farsi saltare in aria. L’inquadramento ideologico è molto preciso e la propaganda sembra aver fatto presa su chi, come Davide, pensava di voler cambiare il mondo. Quante sono le vittime civili, uomini, donne e bambini, che ogni giorno vengono uccise dai droni degli Stati Uniti? Quanti i musulmani innocenti che muoiono inutilmente? E per questo Davide, Karim e Rafiq sentono di dover fare qualcosa, sentono di dover aiutare i loro fratelli musulmani in nome della Ummah, la nazione islamica.

Ma la fede di Davide non è sempre stata integralista. “Prima”, appena convertito, cercava “altro”: un senso di appartenenza, qualcosa in cui sentirsi coinvolto e che lo aiutasse a uscire da un periodo di crisi personale. E l’aveva trovato nella sua nuova religione e negli amici conosciuti in moschea, in Ahmed e Jussuf, che gli hanno insegnato a pregare, a fare le abluzioni, a pronunciare le parole della preghiera. Come una vera nuova famiglia, mentre stava uscendo da quella di provenienza, Ahmed e Jussuf hanno provato, inutilmente, a metter Davide in guardia sull’integralismo. Così, Prima della bomba nasce da una serie di domande: cosa trovano i ragazzi europei nell’Islam che non riescono a trovare nella loro cultura di appartenenza? Possono le nostre conformiste società occidentali dare un nuovo spazio al dissenso giovanile? O forse sono questi giovani costretti a cercare in culture lontane dall’Occidente uno sfogo alla loro voglia di cambiare il mondo? Sono domante che al giorno d’oggi, e in vista degli ultimi tragici eventi, acquistano un significato profondo, e alle quali Prima della Bomba prova a dare una risposta, conducendo gli spettatori verso una profonda riflessione.

PER INFO E BIGLIETTERIA

Campo Teatrale – Milano
PRIMA DELLA BOMBA
Un viaggio nella conversione all’Islam

di Roberto Scarpetti
regia César Brie
con Andrea Bettaglio, Catia Caramia, Massimiliano Donato, Marco Rizzo, Umberto Terruso

Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale e Campo Teatrale

CAMPO TEATRALE
via Cambiasi 10 – Milano

Metro MM2 Udine-Lambrate
Linee di superficie 55-62

intero: 20 euro – ridotto: 14 euro
comunicazione@campoteatrale.it – www.campoteatrale.it

spettacolo in scena dal 15 al 19 marzo – inizio spettacolo ore 21.00, domenica 19 marzo ore 18.30

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