[oblo_image id=”1″]Un noir onirico: è così che il giovane autore, Massimo Ceresa, definisce il suo primo libro dal titolo Dania e la neve, pubblicato da Infinito Edizioni. Ceresa è membro di Anna Viva, associazione che si occupa di ricordare la giornalista russa Anna Politkovskaja che scriveva del Caucaso e delle violenze perpetrate specialmente in Cecenia. Ecco l’intervista.

Da dove nasce l’idea di scrivere questo romanzo?
Tutto è iniziato un giorno quando alla ricerca di un libro da leggere, sono stato attratto da un volume dell’Adelphi, “La Russia di Putin” di Anna Politkovskaja. Poco dopo, il 7 ottobre 2006, nell’ascensore della sua abitazione, la giornalista russa viene ritrovata morta. Alla notizia rimango sconvolto. Lessi i libri e ho pianto. Così ho conosciuto Anna Viva e ho iniziato a parlare a tutti della Cecenia. Scrivendo sul mio blog dei fatti del Caucaso compaiono i primi commenti: “Basta parlare di questa Politkovskaja!”, “Basta con questa Russia, con questa Cecenia!”. Sulle prime, me la sono un po’ presa. Poi ho cominciato a riflettere arrivando alla conclusione che forse poteva esserci un altro modo per suscitare interesse verso certe realtà. Attraverso una storia, una novella incuriosisse e portasse ad approfondire le vicende storiche che vi sono dietro. Così è nata l’idea di “Dania e la neve”.

Il 7 ottobre è stato il terzo anniversario della morte di Anna Politkovskaja. Quali sono le sue riflessioni in merito?
Anna va ricordata perchè non solo è stata una straordinaria giornalista ma perchè è andata oltre il proprio mestiere, mettendoci la passione, l’amore, in barba a qualsiasi pericolo, pur di aiutare il prossimo, sia che fosse russo sia che fosse ceceno. Bisogna ricordarla perchè ha dato la propria vita per la verità, per i suoi reportage sugli orrori della guerra in Cecenia e gli abusi compiuti dalle truppe federali. Bisogna ricordarsi di Anna per aver organizzato nel dicembre del 1999, sotto un bombardamento, l’evacuazione dell’ospizio di Grozny mettendo in salvo 89 anziani; per aver tentato di far da mediatrice nell’ottobre del 2002 durante l’assalto al Teatro Dubrovka da parte di un commando di terroristi ceceni. E ancora per aver subito un misterioso avvelenamento nel settembre del 2004 mentre si recava a Beslan per seguire il sequestro e il massacro degli ostaggi nella scuola osseta.
 
Quanto è importante ricordare?
La memoria è importantissima. Mi ha sempre terrorizzato il luogo comune che “a fare la storia sono sempre i vincitori”. I fatti sono fatti. Poi ognuno può darne l’interpretazione che crede. Ma è fondamentale che i fatti della storia siano conservati nella loro oggettività. Per fortuna oggi esistono delle lodevoli Ong che ci aiutano a conservare la Memoria con la M maiuscola… è il caso per l’appunto, di Memorial in Russia e, nel suo piccolo, anche di Annaviva.
I fatti della Cecenia imperversano in Dania e la neve. A chi è destinato il suo libro?
Si tratta di una novella nella quale si prova a immaginare il contesto in cui può esser maturato l’omicidio di Anna Politkovskaja. Ho cercato di inserire degli indizi e sarà compito del lettore scovarli e trarre – se vorrà – delle considerazioni. Ma non c’è solo questo: il romanzo è anche altro: ci sono delle storie d’amore, dei frammenti amorosi, alternando momenti di tremenda crudeltà a momenti di amori tanto straordinari quanto impossibili. Il libro è rivolto a tutti coloro che amano la lettura. Ai più volenterosi, poi, potrebbe venir voglia di approfondire…me lo auguro, francamente..

Dania e la neve
Massimo Ceresa
Infinito Edizioni
I proventi della vendita del libro andranno all’Associazione AnnaViva
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