[oblo_image id=”1″] Ha vinto Alberto Contador che infiocchetta il proprio palmares dopo il Tour 2007. Non era il favorito della vigilia, si diceva che la sua condizione fosse precaria, ma il suo successo è stato assolutamente legittimo. Da sempre nel ciclismo il giudice è la strada e le sentenze non ammettono repliche. Lo spagnolo ha corso con l’intelligenza del connazionale Miguel Indurain: tatticamente impeccabile ha distribuito le forze meglio dei rivali senza scomporsi neppure nei momenti difficili. E gli italiani? Sul piano agonistico non possono essere rimproverati di nulla. Hanno attaccato con fantasia (Sella), con coraggio (Di Luca), con decisione (Riccò).

Sono piaciuti meno nelle interviste rilasciate lungo il percorso della carovana rosa. Si sono persi in inutili polemiche, si sono lanciati continue frecciatine sottovalutando forse le potenzialità del fuoriclasse iberico. E così appaiono stonate le parole di un talento dal sicuro avvenire come Riccardo Riccò convinto che il secondo posto sul podio di Milano non gli renda merito e che la gente sappia come sia stato indiscutibilmente lui il migliore del gruppo. Il pubblico ha seguito con il solito straordinatio affetto la corsa, ma fino a prova contraria la classifica è fatta dal cronometro. E da questo punto di vista c’è poco spazio per l’interpretazione personale.

Allo stesso modo, la tanto invocata “alleanza” anti-Contador lascia perplessi. Per quale ragione, atleti appartenenti a squadre diverse avrebbero dovuto unire le forze contro un unico avversario? Anche perchè nessuno ha mai pensato ad una coalizione iberica per aiutare la maglia rosa. Piuttosto si poteva e si doveva agire al momento opportuno attaccando nelle prime due settimane quando Contador si era mostrato più vulnerabile.

Quindi, onore al vincitore e ai vinti uniti da 3400 km di fatiche. Le polemiche, se possibile, lasciamole ad altri sport. Chiudiamo, invece, con una delle sorprese più liete dell’edizione numero 91 del Giro: Marzio Bruseghin ha conquistato per appena due secondi il terzo posto nella classifica generale. A chi gli chiedeva se qualcuno alla partenza credeva che potesse salire sul podio, ha risposto: “No, nemmeno mia mamma poteva sperare tanto”

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