[oblo_image id=”1″] Il posteriore che perde aderenza, la moto che entra in curva troppo, troppo piegata, il pilota rimane appeso al gas e con il ginocchio tenta di tenerla su. Sicuramente la scivolata sarà inevitabile. Moto e pilota nella via di fuga e mille imprecazioni sotto al casco. Non oggi. All’improvviso, sfidando ogni legge della fisica, la moto riprende aderenza e rientra in pista. Poi l’impatto.

Questo è ciò che è successo ieri mattina in Malesia, su circuito di Sepang, a Marco Simoncelli, SuperSic. Aveva solo 24 anni. Ad impattare con la sua Honda rc212v 2011 la Yamaha di Colin Edwards e la Ducati di Valentino Rossi. L’urto è violentissimo. Marco finisce sotto entrambe le moto in una carambola spaventosa. Si capisce subito che la situazione è grave. L’immagine del casco che rotola lungo la via di fuga ha gelato il sangue ad ogni motociclista davanti allo schermo e ha fatto subito pensare al peggio. Il Sic rimane sull’asfalto, faccia a terra. Non si muove. I soccorsi intervengono subito e la gara viene sospesa. Ai box i volti sono tesi. Il babbo Paolo, la fidanzata Kate, il team manager Fauso Gresini si precipitano alla clinica mobile per avere notizie ma sui loro volti si legge chiaramente l’angoscia per un qualcosa che non vorrebbero mai sentirsi dire. La gara viene cancellata: brutto segno perché significa che è successo l’irreparabile. Si attende solo l’ufficialità che arriva alle 16.56 ora locale: Marco Simoncelli è morto.

Il Sic non c’è più. Un ragazzo semplice, solare, dal cuore d’oro e dalla criniera leonina, il suo marchio di fabbrica. Sempre con una buona parola per tutti, con i piedi per terra nonostante il successo e con un futuro di fronte ricco di soddisfazioni in Motogp. Un talento raro che lo avrebbe sicuramente portato lontano ed in alto. Per molti l’erede di Valentino Rossi. Ci mancherà il suo sorriso sulla griglia di partenza, il suo marcato accento romagnolo nelle interviste, la battuta sempre pronta, la sua grinta agonistica in ogni gara e quella voglia di vivere di un ragazzo di 24 anni che stava realizzando il suo sogno, correre con le moto, ai massimi livelli. Non era un lavoro per lui, era la sua vita. In questi momenti così tristi un pensiero non può che andare al babbo Paolo, alla mamma Rossella, alla sorellina Martina, alla fidanzata Kate e a tutti gli amici e le persone che gli volevano bene.

 

Ciao Marchino, continua a dare del gran gas anche da lassù!

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