Casty , alias Andrea Castellan , ci racconta il suo mondo dei sogni

 

Casty
Casty

Dopo i suoi ultimi successi e le sue storie create in perfetto stile di richiamo a quello del grande maestro veneziano Scarpa, Andrea Castellan in arte Casty si racconta a noi e ci svela tutto sul suo Topolino che verra’

Casty , in tanti si chiedono quali siano gli orari e le abitudini di un creativo?
Partiamo dal fatto che di solito vado a dormire piuttosto tardi: sia che scriva, che mi documenti, o che disegni, di solito non riesco a chiudere che intorno alle due di notte, complice anche una sorta di insonnia che mi impedisce di prender sonno prima. Ne deriva che il giorno dopo ricomincio a lavorare non prima delle 10-11, sempre che ovviamente non abbia altre incombenze extralavorative. Vivo in una specie di…”tranquillo e costante affanno”, nel senso che ci sono sempre un sacco di cose da fare e, con pazienza, alla fine della giornata riesco a farle tutte.

Da dove trai ispirazione per le tue creazioni?
L’ispirazione arriva da… tutto: libri, film, giochi, documentari, articoli trovati sul web. Tutto concorre a formare un archivio mentale (e digitale, visto che poi salvo tutti gli appunti sul mio pc) da cui attingere nel momento in cui infine mi ritrovo a scrivere una nuova storia. Che potrà essere una cosa magari semplice e giocosa, tipo le storielle con Topesio, o qualcosa di più impegnativo, tipo “L’impero sottozero”. Cerco anche di alternare il tipo di storie, sia perchè effettivamente maneggiare sceneggiature come “L’impero” è bello ma…debilitante, sia perchè variare i toni rende più divertente e stimolante il mio lavoro.

In epoca di globalizzazione e commistione di genere, c’è ancora spazio per il fumetto tradizionale?
Sì, io credo che ci sia spazio per tutti: il fumetto Disney è oramai talmente sfaccettato che si può ben dire che ce n’è per tutti i gusti, e va dal classico, o addirittura classicissimo, fino al moderno e, perchè no, allo sperimentale. Che poi non necessariamente fare “fumetto globale” significa fare qualcosa di sradicato dal classico, pensa ad esempio alla Egmont che domina tutto il mercato nordeuropeo e il cui stile di racconti si rifà esplicitamente a quello ultraclassico di Barks. Qui in Italia, con la recente acquisizione da parte di Panini della licenza per le testate Disney, si sta dando al pubblico una offerta molto variegata, valorizzando il patrimonio classico costituito negli anni, ma tenendo d’occhio anche il pubblico più giovane che magari è più attratto da temi e stili più in linea con quelle che sono le tendenze del momento.

Sei goriziano di origine. Ci sarà spazio per una storia ambientata nella tua terra?
Eh, in verità a Gorizia ci sono solamente nato e non ci ho mai vissuto. Ho abitato per anni a Gradisca d’Isonzo, che è poco distante. Tuttavia è vero, Gorizia ha una particolare atmosfera che ben si presterebbe a una storia con Mickey & Co., magari un thriller di spionaggio. Quindi, chissà…

Farai rivivere le parodie dei Paperi come Paperin Hood?
No, anzi… Temo che dei Paperi non mi occuperò che saltuariamente. La stima per il Maestro è grandissima: moltissime delle sue storie sono dei capolavori inarrivabili e… unici. Ed è proprio per questo che, per quel che mi riguarda, non ritengo opportuni sequel, prequel o anche spin-off delle sue storie. Nemmeno “Topolino e gli ombronauti” a ben vedere si può considerare un seguito, giacchè (a parte ovviamente i dovuti collegamenti con la bellissima “Dimensione Delta”) è una storia indipendente e autonoma. Diverso è il discorso riguardante invece personaggi scarpiani particolarmente riusciti e che ben si prestano ad affiancare Topolino: Bruto, Atomino e ultimamente Nataniele Ragnatele sono dei characters magnificamente caratterizzati, ancor oggi attualissimi, che possono servire a spezzare la “monotonia” del binomio Pippo-Topolino e possono creare i presupposti per nuove interessanti avventure.

Quali sogni hai nel cassetto?
Sto poi lavorando con entusiasmo alla terza serie di Darkenblot che, visto l’ottimo gradimento ricevuto, sarà probabilmente ancora più… “estrema” delle precedenti. Ecco, come ti dicevo prima, è questo il bello di poter variare nello scrivere per Disney: hai una molteplicità di toni da poter adoperare, e inoltre la possibilità di poter collaborare con altri ottimi autori. Infine, sto preparando tutta una serie di cose…mie, dai registri sicuramente più classici: il progetto più ambizioso è sicuramente la “riesumazione” di Eurasia Tost e del relativo ciclo di Atlantide, che spero questa volta di poter portare a compimento. Ah, e sto anche preparando una sorpresa per la fine di quest’anno

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