[oblo_image id=”1″] Nei libri gialli, i casi si complicano proprio quando la soluzione sembra ad un passo. La notizia delle dimissioni di Flavio Briatore e Pat Symonds dalla Renault è all’apparenza una prova a favore dell’accusa, una conferma dell’attendibilità della confessione di Piquet Junior. Il pilota brasiliano aveva ammesso che l’incidente del Gran Premio di Singapore dello scorso anno era stato studiato a tavolino per favorire il compagno di squadra Alonso grazie all’intervento della safety car. A voler essere superficiali, l’abbandono dei due dirigenti può essere interpretato come un’ammissione di colpa, ma in ogni thriller che si rispetti, nulla è così chiaro come appare. Perchè a voler guardare e riguardare le immagini incriminate, qualcosa non torna. Se davvero Piquet ha sbattuto volontariamente con il muretto non solo è stato antisportivo ma anche del tutto incosciente: finire in testa coda all’imbocco di un rettilineo con le altre macchine pronte a piombare in piena accelerazione è una mossa dall’altissimo coefficiente di pericolo. E poi perchè tutti questi mesi di silenzio prima di vuotare il sacco? Non più tardi di 48 ore fa, Briatore aveva promesso querele e denunce per il pilota: un comportamento in aperta contraddizione con l’alzare bandiera bianca consegnandosi senza combattere. Si fa allora strada l’ipotesi che Briatore abbia preferito agire per tutelare il team. Distaccarsi dalla squadra per evitare sanzioni pesantissime – addirittura la radiazione – e poter preparare la difesa libero da ogni condizionamento. In fondo, anche la cultura del sospetto non procede in un unico verso. Se si può concepire che un incidente venga architettato prima del via, non si può escludere che un pilota in aperto contrasto con la propria scuderia non cerchi di vendicarsi attraverso dichiarazioni al vetriolo. Appoggiato magari da qualcuno, come Max Mosley, che non ha mai nascosto di trovare troppo ingombrante la presenza del manager cuneese nel puddock. Illazioni, polemiche, giochi di mano e infiniti colpi di scena. Per il momento, l’unico vincitore sicuro è il caso. E vedendo la nuova era della Formula 1, non è nemmeno una novità.

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