[oblo_image id=”1″]Chicago Boys, scritto e diretto da Renato Sarti con l’interpretazione di Bebo Storti, fa riferimento ad un gruppo di giovani economisti formatosi negli anni Settanta presso l’Università di Chicago, sotto l’egida del liberista Milton Friedman, che esercitò una profonda influenza sulle politiche economiche di molti Stati, primi fra tutti gli Stati Uniti del presidente Ronald Reagan e l’Inghilterra del primo ministro Margaret Thatcher.

Alcuni di questi economisti furono assunti dal ministero dell’economia cileno, durante il regime militare di Pinochet, e in altri paesi del Sud America, Argentina compresa, dove attuarono un processo di privatizzazione e liberalizzazione dell’economia (dalla sanità, alla sicurezza, dalla scuola alle carceri, dalle armi alla sanità).

Ma il problema più grande rimane il Dio Denaro e nel sistema capitalistico odierno persino le crisi economiche, i disastri e le tragedie più immani (dalle dittature in Sud America al passaggio di Katrina a New Orleans, dagli attentati dell’undici settembre alla guerra dei Balcani o dell’Iraq) sono diventati un ottima occasione per fare affari. Il neo-liberismo, così, nella sua rincorsa alla mercificazione ha coinvolto anche quei beni inalienabili che da beni di prima necessità sono tragicamente diventati beni di lusso. Tra questi l’acqua, che proprio per questo motivo ha preso il nome di oro o petrolio blu.
Ed è così che la previsione di una crescente riduzione della disponibilità delle risorse idriche ha attivato le cosiddette solite “libere volpi in libero pollaio”, favorendo una strategia di mercificazione delle acque, su cui prosperano gli appetiti di molte e importanti multinazionali del settore.

Sul palco due attori: Bebo Storti, immerso in una vasca piena d’acqua con stivali, cappello da cow boy e sigaro in bocca, inneggia al capitalismo più sfrenato dominato dalle multinazionali. Un personaggio laido che sguazza e si “disseta” in un’acqua inquinata dai suoi stessi rifiuti e da ogni sorta di scorie. Schernendo ed esaltando scelte politiche ed economiche locali nazionali ed internazionali, il protagonista svela con lucido cinismo i tragici risvolti delle scelte speculative compiute sulla risorsa acqua.

Insieme a Bebo Storti, l’attrice russa Elena Novoselova, la sua colf/cameriera, presenza silente e rappresentate di quel mondo che subisce la tracotanza dei poteri forti e da cui si difende dovendo ricorrere a una violenza proporzionata solo a quella dell’oppressore.

Potrebbe sembrare un trattato di economia ma in realtà questo testo cerca di tratteggiare e di farsi emblema di un grande paradosso: uno scontro epocale fra due tipi di sistemi ed economie diverse (liberista e socialista), due modi completamente diversi di concepire la vita e il rapporto fra l’individuo e stato.
Alla fine, fra veleni e tentativi di annegamenti, l’uno cercherà di assassinare l’altra e viceversa in uno scontro senza esclusione di colpi.

Una nuova produzione del Teatro della Cooperativa che riproporrà la storica coppia Sarti-Storti che, dopo anni di lavoro insieme, ha raggiunto una empatia talmente profonda da assottigliare l’inevitabile discrasia tra testo e attore. Lo spettacolo si terrà presso la Sala Azzurra (ingresso Punta dell’Est, Idroscalo) alle ore 21.30. Ingresso libero.

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