[oblo_image id=”1″] Uno come Baggio manca nel calcio attuale. Ci sono tanti campioni, ma hanno sfumature diverse, forse meno romantiche. Ronaldinho che è il più talentuso segna quasi sempre su calcio da fermo; su azione i suoi numeri impallidiscono di fronte a quelli di Baggio. Kaka ha la stessa capacità di essere decisivo ma può contare su uno scatto che Baggio si sognava. Non che essere veloce sia una colpa, ma vuoi mettere la poesia di scartare un difensore con una finta piuttosto che limitarsi a buttare avanti la palla. Forse Messi, ma gli hanno già affibbiato l’etichetta di nuovo Maradona ed è già abbastanza impegnativa. Eppure Baggio è riuscito a mettere tutti d’accordo soltanto quando la sua carriera era ormai al tramonto. Criticato? Sempre. E per tutto. Non va bene il codino, il suo parlare piano e poco, persino il buddismo lascia qualche sospetto. E poi? Perché non sta con una velina, non va in tv o in discoteca per tornare a casa a Caldogno, provincia di Vicenza. No, non ci siamo: un calciatore non si comporta così. E poi sul campo. Segna? Sì ma perché la squadra gioca per lui. Gli danno il Pallone d’Oro? D’accordo ma non è decisivo per la squadra. La squadra vince lo scudetto? Lui non è protagonista. Non urla: vuol dire che non è un leader. E in nazionale? Cosa ci fai con uno che segna 27 gol in 35 partite senza essere un attaccante, che trascina una squadra che sta in piedi col vento a favore in finale ai mondiali, che dice sempre che l’unico sogno è la maglia azzurra? Uno così non ti serve. È troppo amato dalla gente, uno così lo devi lasciare fuori perché poi è chiaro che gli altri giocano male se c’è la sua presenza ingombrante a preoccuparli. Anche le frasi che gli regalano i grandi lo confermano. È l’erede di Platini? “E’ un nove e mezzo” risponde le roi Michel. E’ geniale come Sivori? “Da uno che compra 300 ettari di terra in Argentina per cacciare le anatre non mi aspetto un granchè” replica il Cabezon. È il giocattolo preferito dell’Avvocato? Può darsi ma intanto si becca la definizione di coniglio bagnato. E poi come si può perdonare quel rigore. Come fai a perdonare uno che ti illude segnando cinque gol in tre partite e tutti decisivi per poi sbagliare il rigore nella finale. Come fai a non prendertela con uno che con uno stiramento muscolare ti dice che sogna Italia-Brasile da quando ha iniziato a dare calci ad un pallone. Con uno che per esserci si mette una fascia sulla coscia e che non chiede il cambio anche se non ce la fa più. Come accetti che questo si prenda la responsabilità del quinto rigore. Quello che è decisivo solo in negativo. Perché se segni il Brasile rimane in vantaggio con Bebeto pronto a regalare la vittoria ai verdeoro, mentre se sbagli la colpa è tutta tua. Come fai a non arrabbiarti con un italiano così poco italiano che dopo una sconfitta non dà la colpa agli arbitri, all’allenatore, al massaggiatore, alla sfortuna, al campo. E che ti dice candidamente:”E’ colpa mia, volevo tenere la palla bassa e forte ed è finita al secondo anello”. Come fai ad accettare uno così? Non si sa, ma intanto uno così ci manca terribilmente. Tanti auguri, signor Baggio. Quello che ha fatto in campo basta e avanza per addolcire i ricordi.
Per ulteriori notizie sul campione: http://www.robertobaggio.com/