Aprire e-commerce : decidi prima cosa vuoi e dove vuoi andare

Aprire e-commerce , cosa fare?
Aprire e-commerce , cosa fare?

Nel 2014 il patrimonio di Thomas Boone Pickens è stato stimato in un bilione di dollari. Nella sua lunga carriera da manager, imprenditore e magnate ha raccolto un successo dopo l’altro, ha innovato prima e meglio degli altri, ha aperto una nuova frontiera nel mondo della finanza diventando  presidente di BP Capital e TPB Investment Managements. Ha ascoltato il parere di molti, ha avuto la fortuna – e il merito – di circondarsi di collaboratori di valore ma il consiglio migliore che abbia mai ricevuto, rimane quello regalato dal padre quando Thomas era ancora studente al college: “Uno stupido con un piano vince sempre contro un genio senza un piano”. E’ un insegnamento che non può essere ignorato da chiunque intenda aprire e-commerce se vuole avere reali speranze di successo. Aprire e-commerce significa certamente liberare il proprio talento, dare spazio alla propria ambizione,  diventare protagonisti del proprio destino lavorativo ma ciò non esclude la necessità di programmare punto per punto i passi da compiere per raggiungere gli obiettivi.

Non è un caso che negli scacchi, il gioco di strategia per eccellenza, si ripete costantemente che “è meglio avere un piano sbagliato piuttosto che non averne affatto”. Non si tratta di sottile ironia ma di una lezione valida anche nel mondo del business. Da un piano sbagliato possiamo comunque trarre informazioni, capire gli errori che stiamo commettendo ed eventualmente correggere il tiro per ritrovare la giusta rotta. Se invece navighiamo a vista in balia delle onde in mare aperto – e la metafora del mondo del business è dell’Oceano Rosso sangue per la spietata concorrenza – non esiste alternativa al naufragio. Aprire e-commerce ci impone di unire creatività e saldezza, innovazione e conoscenza del mercato esistente, coraggio nel credere nelle proprie idee e equilibrio necessario per  valutare con obiettività dati, cifre, grafici e trend.

Aprire e-commerce e la manifesta superiorità culturale di Arthur Ashe

Nel 1975, ad ormai 32 anni, il tennista Arthur Ashe raggiunse per la prima volta la finale di Wimbledon, il torneo che sognava fin da bambino. Al suo cospetto c’era il numero uno mondiale dell’epoca, Jimmy Connors, con cui Ashe aveva perso nettamente in tutti i precedenti. I pronostici degli esperti erano impietosi: la vittoria di Connors veniva data per certa e si dibatteva soltanto sul numero di games che Ashe sarebbe riuscito a racimolare. Arthur capì che doveva inventarsi qualcosa e stabilì un piano chiaro: slow and low, giocare piano e basso per spegnere la forza dei colpi dell’avversario. Poteva sembrare un suicidio tattico ma Connors rimase così sorpreso da perdere i primi due set senza trovare un’adeguata replica. Reagì con furore nel terzo set e tornò ad essere il favorito agli occhi dei bookmaker. Nel cambio campo, Ashe rimase a riflettere sull’opportunità di cambiare tattica. Poi estrasse dei foglietti che aveva portato con sè e che riportavano il piano da seguire. E con coerenza ricominciò a giocare slow and low fino a piegare Connors aggiudicandosi Wimbledon. Il giorno dopo un inviato scrisse che Ashe aveva vinto per “manifesta superiorità culturale” credendo nelle sue idee anche nei momenti di difficoltà, spostando il match sul livello mentale dato che sull’aspetto puramente tecnico sapeva di finire in difficoltà.

Cosa ci insegna l’esempio di Arthur Ashe rapportandolo al mondo degli affari?

Avere un piano può darci un vantaggio competitivo: Se programmiamo cosa vogliamo fare in modo preciso ed accurato, possiamo affrontare ogni sfida con maggiore sicurezza. Ashe scese in campo con certezze che avevano la meglio sui dubbi di Connors, sorpreso dal dover affrontare un tipo di partita a cui non era preparato. Come detto dal papà di Pickens con un piano all’altezza possiamo battere un competitor di qualità che ne è sprovvisto. Nel business, sono sempre le nostre idee a poterci assicurare un vantaggio competitivo. Aprire e-commerce può essere una scelta d’istinto, ma scendere in campo senza avere un piano è incoscienza allo stato puro. E l’incoscienza viene punita regolarmente dal mercato.

– Nello stilare un piano dobbiamo tenere conto dei fattori esterni: Valorizzare il nostro talento è sempre auspicabile, ma non è detto che il mercato non richieda di adattare le nostre qualità per soddisfare le richieste dei clienti. Per vincere la partita più importante della sua vita, Ashe giocò in modo diverso dal solito perché sapeva che per avere la meglio su quel campo e contro quell’avversario non poteva tenere conto solo delle sue caratteristiche tecniche. Se siete convinti di poter fornire un determinato servizio in modo esemplare , ma quel servizio non è appetibile dal mercato…siete voi a dover cambiare offerta.

– Un piano va difeso anche quando si incontrano delle difficoltà: Ashe non si è demoralizzato dopo aver perso il terzo set. Non ha desistito convinto che cambiare un piano deciso dopo giornate di riflessione non potesse essere migliorato sul momento. Quando decidete di aprire e-commerce potete essere così bravi –  e fortunati – da incontrare subito il successo. Ma è pressoché impossibile non incappare mai in qualche difficoltà. E’ proprio nei momenti delicati che bisogna mantenere la lucidità per non cercare soluzione improvvisate o improbabili. La coerenza paga. Sempre.

Aprire e-commerce : il segreto è la pianificazione

 

 

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