Il “Torino film festival”, nasce nel 1982. Un anno prima Lorenzo Alfieri, assessore alla gioventù del comune di Torino, propone a docenti universitari e a esponenti dei cineclub, di allestire una manifestazione annuale. Inizialmente viene chiamato “Festival internazionale cinema giovani”, con l’intenzione di sottoporre ad un’indagine approfondita l’universo giovanile.

[oblo_image id=”6″] Torino, metropoli italiana, sentiva l’esigenza di proporre un’attività culturale degna di una grande città, tramite anche proposte audiovisive di alto livello.
Il 1982 è anche un anno particolare per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico cinematografico, critico e delle strutture produttive. Il festival torinese vive di una miscela di stili: dal cinema d’autore a quello di genere, dalle produzioni video alle cinematografie straniere. Le intenzioni degli organizzatori vanno oltre quella di offrire una vasta gamma di prodotti filmici, giustappunto si cerca di aiutare la formazione di una coscienza critica dello spettatore, grazie allo sviluppo di un’idea di festival.

Nel corso degli anni ottanta, la rassegna piemontese diventa la seconda d’Italia.
Con il passare degli anni varie modifiche si attuano: dal 1986 sezioni di competizione nuove  vengono introdotte insieme a premi per le opere, distinte tra genere, formato e durata. Significativo, nel 1995 il festival assegna il premio Cipputi al miglior film nel mondo del lavoro.

L’evoluzione professionale avanza, nel 1997, la denominazione cambia: da Festival Cinema Giovani a Torino Film Festival. Un cambiamento che segna la nuova impronta internazionale della rassegna piemontese.

[oblo_image id=”5″]Il 2007, venticinquesimo anno, il celebre regista Nanni Moretti diventa direttore del Torino Film Festival, dopo ampie discussioni tra l’Associazione cinema giovani e gli enti finanziatori. La rassegna riprende alla grande quest’anno, affrontando grandi temi: panorama italiano, lo stato delle cose, la zona (produzioni sperimentali contemporanee), documentari e cortometraggi italiani.

Da sottolineare anche le retrospettive dedicate al celebre regista Wim Wenders (noto per film come “Paris, Texas” e “Lo stato delle cose” o più recentemente con “Buena vista social club” o “Million dollar hotel“) e John Cassavetes di cui vengono riproposte 18 regie tra cinema e televisione.

Nonostante la ricchezza dell’offerta cinematografica, è “Torino 25” la sezione principale del festival; 15 lavori al momento si contendono il premio di miglior film (di cui sei europei, tre asiatici, quattro statunitensi e canadesi e due australiani) e il premio di miglior attrice e attore.

Da non dimenticare anche, per gli eventi speciali, verranno proiettate le versioni restaurate di “Dillinger è morto”, film di Marco Ferrari del 1969, e del datatissimo “Maciste nella sala dei leoni”, di Guido Brignone del 1926.

Si prospetta una settimana piena zeppa di vera arte cinematografica, per una rassegna che non si fa mancare nulla e che come doverosamente portava nel suo nome fino al 1997, è il festival dei giovani.

Per informazioni su programmi e prevendite : http:// www.torinofilmfest.org

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