“Siedo sulla schiena di un uomo soffocandolo, costringendolo a portarmi. E intanto cerco di convincere me e gli altri che sono pieno di compassione per lui e manifesto il desiderio di migliorare la sua sorte con ogni mezzo possibile. Tranne che scendere dalla sua schiena”
Recita così una famosa e sempre attuale frase di Lev Tolstoj, ed è con questa citazione che si può riassumere lo spettacolo Acciaio Liquido, andato in scena al Franco Parenti di Milano il 17 e il 18 maggio.
Chi non ricorda la tragedia della sede della ThyssenKrupp di Torino? Sono trascorsi diversi anni ma quella vicenda, in cui arsero vivi sette operai metalmeccanici, a causa della mancanza dell’applicazione delle più banali norme di sicurezza, è ancora viva nei cuori di chi ha una memoria e sensibilità storica.
Per non dimenticare, si tratta di una rappresentazione che ha quale autore Marco Di Stefano, e la regista di Lara Franceschetti. Sul palco come in un girotondo si susseguono i diversi punti di vista dei dirigenti, degli operai e delle vittime. Da un lato si rincorrono i dirigenti cinici e insensibili, che in una schizzofrenica ricerca del profitto si muovono veloci sotto il comun denominatore della delocalizzazione, risparmiando sui costi necessari alla sicurezza degli operai. Dirigenti che se pur condannati non sconteranno mai né moralmente e né praticamente la pena a loro imputata. Dall’altro lato gli operai ignari del pericolo che a breve avrebbe distrutto le loro vite, uomini come tanti, con sogni da realizzare, speranze disilluse e soprattutto con famiglie distrutte.
Echeggia straziante nella sala l’urlo straziante dei parenti delle vittime, e la condanna è per tutti unanime: “Assassini, siete degli assassini”.
Grande emozione suscita poi la scena finale, dove le sette vittime si spogliano dei loro abiti e tornano alla nudità della condizione operaia, inscenando una tragica rappresentazione, nella quale si ha l’impressione di vedere l’acciaio liquido straziare i loro corpi: una spietata taranta che fa stramazzare al suolo fino alla morte vittime sacrificali della logica del profitto a tutti i costi della Thyssenkrupp. Sul palco i bravi Federica Armillis, Angelo Colombo, Andrea Corsi, Paolo Garghentino, Giovanni Longhin, Francesco Meola, Claudio V. Migliavacca, Giuseppe Russo.

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