[oblo_image id=”1″] Partiamo dalla coda e andiamo a ritroso. Dopo la sconfitta di Torino, i fratelli Della Valle si dichiarano indignati per gli errori arbitrali ai danni della Fiorentina intimando di non essere più disposti a tollerare altri torti: a chiederlo sarebbe l’intera città preoccupata nel veder allontanare il quarto posto utile per la qualificazione alla Champions. Rabbia viola aumentata dall’avversario di turno. La Juve, la stessa squadra che dodici mesi fa in un comunicato stampa si lamentò con argomentazioni e toni analoghi a quelli dei gigliati. Allora, i bianconeri contestavano la direzione di gara nella trasferta di Reggio Calabria e anche in quel caso si avvisava di aver raggiunto la soglia di sopportazione. Ironia della sorta, proprio la Reggina recita ora la parte della vittima dopo aver incassato un’espulsione e aver visto la giacchetta nera Damato sorvolare su due interventi in area poco ortodossi ai danni di Corradi. L’avversario degli amaranto era il Chievo, che fino a poche settimane fa reclamava maggior attenzione ritenendosi un vaso di coccio tra tanti vasi di ferro. Ma l’elenco delle squadre scontente potrebbe protrarsi a lungo. La Roma accusa l’Inter ribadendo come la sudditanza verso i nerazzurri si è ormai estesa anche alla Coppa Italia, il presidente del Torino Urbano Cairo ha ripetutamente espresso il proprio malcontento e pressochè tutte le squadre di bassa classifica non perdono occasione per protestare contro il trattamento di favore riservato alle grandi. E allora le strade sono due. La prima è che sviste, errori, topiche seguano una precisa logica preconfezionata. A quel punto meglio fermare tutto. Ma volendo scartare quest’ipotesi – e fino a prova contraria non si può fare altrimenti – alcune dichiarazioni dei dirigenti appaiono eccessive. Tornando all’episodio più recente, non ci sono dubbi che le decisioni arbitrali nello scontro diretto di Torino abbiano penalizzato i viola e in modo tutt’altro che irrilevante. In una gara equilibrata, un gol ingiustamente annullato e un rigore negato hanno un peso specifico considerevole. Tuttavia, se si conviene sull’onestà intellettuale dei direttori di gara, allora le lamentele non possono contenere minacce sul futuro. Ci si può lamentare dopo una serie di giorni intristiti dalla pioggia, ma dire di non accettare che possa piovere ancora ha obiettivamente poco senso. A meno che i dirigenti non alzino sapientemente la voce sperando in future compensazioni. Di certo, avvelenare il clima non aiuta gli arbitri a scendere in campo più sereni. Ed errore dopo errore, il post gara continua ad essere un’unica, interminabile moviola. Ma non si era detto che qualcosa era cambiato?

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