[oblo_image id=”3″]L’interessante mostra in corso al complesso del Vittoriano di Roma sul popolo sabino, illustra la storia degli abitanti del X-IX secolo a.c. dell’alto Lazio e la fortuna del loro mito attraverso i secoli.

Per l’occasione sono state quindi riunite 120 opere archeologiche e artistiche relative al tema.

La prima sezione del percorso espositivo si sofferma sulle origini e sui confini territoriali entro i quali i Sabini si erano insediati. Tutto ciò è possibile comprenderlo facilmente analizzando le antiche carte geografiche o visionando il video introduttivo all’itinerario: nel filmato l’attore e regista Michele Placido racconta la leggenda dei Sabini attraverso curiosità e aneddoti. La seconda sezione, invece, è incentrata sui manufatti archeologici rinvenuti in zona (abitato di Cures, necropoli del Giglio a Magliano Sabina e quelle di Colle del Forno a Montelibretti, di Poggio Sommavilla e di Saletta Amatrice). L’oggetto più particolare è senza dubbio un rarissimo lituo, ovvero uno strumento che serviva ai re-sacerdoti per fare le previsioni basandosi sul volo degli uccelli. Sono allo stesso modo rilevanti anche i corredi funebri di personaggi di alto lignaggio, come quello appartenuto a un principe e scoperto a Colle del Forno, o i vasi riportanti alcuni primitivi simboli e tipi di scrittura.

[oblo_image id=”2″]La terza sezione è interamente dedicata alla rappresentazione artistica del celebre Ratto delle Sabine. Il soggetto è stato fonte di ispirazione in diverse età (classica, medioevale, rinascimentale, contemporanea, ecc..) e per numerosi artisti, tra cui Bartolomeo Di Giovanni che, in due tele distinte, raffigura rispettivamente il rapimento delle donne e la seguente riappacificazione tra Romani e Sabini. Risultano di alto valore artistico anche le pitture di Sodoma, di Giovan Battista Tiepolo, e lo splendido arazzo in tessuto di scuola fiamminga del XVI secolo. Nel Novecento, poi, la scena è stata trasfigurata in chiave moderna da Primo Conti e Franco Gentilini, mentre Arturo Martini è riuscito a riassumerla in un’unica scultura.

[oblo_image id=”1″]La quarta e ultima sezione, infine, rende omaggio alle opere teatrali, letterarie e cinematografiche che hanno contribuito a tramandare il medesimo mito fino ai nostri giorni.
Rientrano in tale contesto l’adattamento per il palcoscenico firmato da Giacomo Francesco Bussani, il famoso Romolo ed Ersilia di Metastasio, le riletture poetiche della vicenda in dialetto romanesco di Trilussa, o il musical degli Anni Cinquanta Sette spose per sette fratelli di Stanley Donen, che rilegge ironicamente la narrazione trasportandola in una piccola cittadina americana di montagna.

[oblo_image id=”4″]Il catalogo dell’esposizione, a cura di Alessandro Nicosia e Maria Cristina Bettini, pubblicato da Gangemi Editore, raccoglie i saggi di Maria Carla Spadoni, Giovanna Alvino, Maria Grazia Bernardini, Alessandro Cosma e Roberta Cerone.

Titolo: “I Sabini popolo d’Italia. Dalla storia al mito”
Sede: Complesso del Vittoriano, Via S. Pietro in Carcere, Roma
Orario di apertura: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso libero

Informazioni: 06-6780664; museo.vittoriano1@tiscali.it

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