[oblo_image id=”1″]Torino, piazza Castello, sabato 30 aprile. Un sole estivo batte sulle teste delle oltre dieci mila persone radunate per assistere alla presentazione delle liste civiche del Movimento a 5 Stelle di Torino. L’affluenza è sorprendente, nonostante sia sabato pomeriggio, nonostante in piazza Vittorio si stia svolgendo l’esibizione della monoposto campione del mondo di Formula 1 della Red Bull. “Non è un caso” – dice Beppe Grillo poco dopo essere salito sul palco – “che nelle ultime due settimane di campagna elettorale organizzino tutti questi eventi: Red Bull, raduno degli Alpini, seconda notte tricolore e prima tappa del Giro d’Italia. Vogliono distogliere i cittadini dal compiere una scelta consapevole, ma noi siamo qui a far vedere che esistiamo visto che nessun media parla di noi e visto che nei sondaggi ci riportano sotto la dicitura “altri”. E hanno ragione, noi siamo veramente altri, siamo cittadini incensurati.”

Torino è una delle prime tappe del tour del comico genovese che in questi giorni sta affrontando una vera e propria maratona attraverso l’Italia per portare sostegno e visibilità alle 75 liste civiche nate all’interno del Movimento a 5 Stelle. Ogni giorno sono previsti due, tre, talora quattro comizi, il quattro maggio sarà la volta di Milano dove verrà introdotto dalla musica di J-Ax, seguiranno Bologna il 7 maggio, Trieste l’8, Ravenna e Rimini il 10, Cosenza e Napoli il 12, Latina, Grosseto, Siena e Arezzo il 13 per citare solo alcune località. Solo in Piemonte Grillo si è fermato a Carmagnola, Cirié, Pinerolo, Alpignano-Pianezza, Trofarello, Torino, San Mauro, Chivasso, Novara, Domodossola. Alle scontate quanto vuote accuse di demagogia, populismo, volgarità e linguaggio scarsamente politically-correct, il comico risponde dicendo: “Credo che sia dovere morale di un personaggio che raggiunge grande popolarità prestare la faccia per dare visibilità ad un movimento pulito, di cittadini con idee concrete e di buon senso, insofferenti dei morti che ci governano da quarant’anni. Non ci guadagno nulla, sono sempre lontano dalla mia famiglia, attraverso l’Italia in camper: chi me lo farebbe fare se non credessi veramente nel Movimento? Voi non siete più i grillini, siete un medico, un avvocato, un ingegnere, solo chi vi teme vi chiama ancora grillini”. Ad ogni tappa è prevista la medesima scaletta: discorso introduttivo di Beppe Grillo, brevi presentazioni dei candidati consiglieri, intervento del candidato sindaco (per fare qualche nome: Vittorio Bertola a Torino, Simone Capobianco a San Mauro, Alessandro Vernero a Chivasso) e infine qualche parola dei due consiglieri regionali Davide Bono e Fabrizio Biolè per rendere noti il loro impegno e le loro battaglie.

A Torino si è assistito ad un Beppe Grillo in forma come al solito, capace di suscitare risate fragorose ma amarissime in chi lo ascolta. Colpi a destra e a sinistra: a Fassino che fa politica da 35 anni, a sua moglie e ai loro stipendi mensili da ventimila euro l’uno. “È facile diventare sindaci così, comprando tutto e tappezzando muri e giornali. Gli avevano messo vicino Buttiglione che non lo vota neppure sua moglie! Hanno già deciso chi deve vincere, si spartiscono le regioni e le città, tu mi dai Torino, io ti lascio Milano. Così gli hanno messo vicino il perdente Coppola, sentite che nome, Coppola!” tuona Grillo. Poco dopo, però, si calma e dice di voler cedere spazio ai veri protagonisti dell’evento: i candidati delle liste civiche. L’irruenza e la veemenza del comico lasciano spazio all’imbarazzo, al pudore, alla voce tremante tradita dai candidati consiglieri nel momento in cui prendono il microfono e parlano. I loro brevi interventi vengono accompagnati dai frequenti applausi di incoraggiamento dei Torinesi che provano simpatia per loro e che capiscono di avere di fronte non gli spudorati venditori della politica avvezzi a platee e telecamere, tanto sciolti nel parlare quanto abili nel mentire, ma cittadini come loro, alle prime armi, intimoriti da un pubblico così vasto. È questo il vanto più grande del Movimento: lo sforzo di restituire la politica ai cittadini, il tentativo di ricreare una democrazia diretta, dal basso, in cui “ognuno vale uno” e in cui le decisioni sono veramente prese a maggioranza. A Chivasso, domenica 1 maggio, una ragazza prende la parola, si emoziona, la voce le si spezza. Beppe si avvicina, la abbraccia e dice: “Sei fantastica, è emozionata, pensate…il senso della vergogna, del pudore cosa c’è di più bello? Quando mai uno dei nostri politici prova vergogna nel parlare?” Ognuno dei candidati presenta un’idea concreta, una proposta per il suo paese a dimostrazione che non c’è nulla di distruttivo nel movimento ma solo idee reali, realizzabili e costruttive. C’è la mamma che parla di pannolini lavabili e di asili nido, lo studente che chiede wi-fi libero e gratuito, l’ingegnere che accenna al tema della mobilità sostenibile, l’operaio che vuole trasparenza nell’amministrazione, il medico che parla di energie rinnovabili e rifiuti zero. È un piccolo campione veramente rappresentativo della nostra nazione e le cinque stelle cui si accenna sono concetti semplici, sensati, largamente condivisibili e potenzialmente in grado di cambiare la nostra vita se mai diventassero realtà. “Non avete più nulla da perdere” urla Grillo “ognuno deve impegnarsi concretamente se vogliamo cambiare qualcosa. La democrazia non ci arriva dall’alto, ce la dobbiamo riconquistare, dovremmo fare un altro referendum come quello del 1946 tra democrazia e partitocrazia.”

Il Movimento a 5 Stelle, realtà ancora sconosciuta alla maggior parte degli Italiani, si sta diffondendo attraverso la rete come un virus e i numeri nelle piazze fanno presagire e ben sperare che il contagio sarà molto veloce.

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