Oltre 60 opere, con al centro la ricostruzione della pala di Bernardo Daddi che tornerà a farsi ammirare nella sua interezza, una ricca serie di dipinti, sculture e miniature per raccontare la città e il suo ricco patrimonio di cultura e bellezza attraverso un simbolo religioso e civile dall’innegabile valore identitario: la Sacra Cintola, la reliquia custodita nel Duomo.

Si inaugurerà il prossimo 7 settembre a Palazzo Pretorio Legati da una Cintola – L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città, una esposizione che non solo restituisce il fascino di una storia che si legge come una favola, ma mostra come la Cintola sia stata connettore di grandi committenze che a partire dal Trecento hanno dato vigore alle vicende artistiche della città. La mostra è stata presentata stamani dal sindaco di Prato Matteo Biffoni insieme all’assessore alla cultura Simone Mangani e Cristina Gnoni Mavarelli, curatrice dell’allestimento insieme ad Andrea de Marchi.

L’origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo, la leggenda vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte al proposto della pieve. Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell’elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia. La mostra si apre con una delle prime attestazioni in Occidente della Madonna assunta che dona la Cintola, con il rilievo eponimo del Maestro di Cabestany, scultore romanico attivo nel Roussillon e in Toscana. Punto focale della mostra è la ricomposizione della pala dell’Assunta di Bernardo Daddi, una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento dedicate al dono della Cintola. A Palazzo Pretorio si ricongiungeranno, in un’occasione unica e straordinaria, i pezzi della monumentale macchina d’altare che originariamente comprendeva una doppia predella con la storia dell’arrivo a Prato della cintola (questa custodita nel Museo) la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma (custodita nei Musei Vaticani) e una terminazione con la Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso (in arrivo dal Metropolitan Museum di New York). Del percorso espositivo, 7 complessivamente le sezioni, faranno parte anche le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola stessa e l’ostensione: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Un nucleo scelto di cintole profane del XIV secolo documenteranno la bellezza di questo genere di manufatti, mentre una carrellata di dipinti, miniature e sculture permetterà di apprezzare la diversa interpretazione dell’iconografia che univa la morte della Vergine e la Assunzione nell’arte toscana del Trecento, sia in area fiorentina sia in quella senese.  Anche il Duomo di Prato sarà parte integrante di un percorso che permetterà ai visitatori di entrare nella Cappella della Cintola, abitualmente preclusa alla visita, e di ammirare da vicino il ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi.

La mostra, allestita negli spazi dell’area ex Monte dei Pegni di Palazzo Pretorio, resterà aperta fino al 14 gennaio 2018.
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