La notizia della morte di Mango è stata come una doccia fredda! Non era uno di quei cantanti che ascoltavo tutti i giorni ma ne conoscevo alla perfezione tutte le canzoni e ne ammiravo la delicatezza nell’interpretarle.
Quella voce unica e meritevole di maggiore attenzione e successo, non avrebbe più cantato!
Mi sono fermata a riflettere sui “tempi” della morte, sull’impossibilità di avvertirla quando disgraziatamente si presenta impetuosa a noi o, al contrario, sulla drammaticità nel riconoscerla e sulla possibilità, in quell’ultimo breve attimo di lucidità, di anticiparne le mosse.
Come tanti di voi, cercando su youtube informazioni sulla scomparsa del cantante, mi sono imbattuta in quello che forse tanti definiscono informazione ma che io preferisco definire “indegna spettacolarizzazione del macabro” utile solo al fine di aumentare l’audience di giornali e notiziari!
Quasi come se l’immagine di un braccio che si alza in richiesta d’aiuto, che l’affannato scusarsi con il suo pubblico, l’ultimo tocco sulla tastiera prima di perder conoscenza, siano più importanti della sola idea di un uomo che muore sulle note di quello che è stato probabilmente il suo più grande successo… unico video che dovrebbe restare nella memoria di chi lo ha amato ed ascoltato.
Quasi come se il suo valore non fosse più legato alla sua eccezionale carriera ma al dramma ultimo, vero ed unico.
Personalmente voglio pensare che Mango abbia avuto, anche solo in quel maledettisimo istante, la consapevolezza ancora di essere sul palco e di morire con la sua musica nel cuore, nella sua terra, davanti al suo pubblico, lo stesso che lo ha sempre amato e sostenuto incondizionatamente.
“Sogni di nostalgia, di malinconia… voglio che ritorni in fondo ai miei tramonti… Sogni, oggi lo so, il mio pensiero prendi!”
Sono parole stonate quelle che oggi mi riportano a lui ma, allo stesso tempo, sono parole pulite e delicate… proprio come ciò che di lui mai morirà: le sue canzoni!
Ciao Mango
