Oggi in tanti conoscono la celiachia, al punto che questa condizione rientra spesso nelle nostre discussioni quotidiane. Un bel passo avanti, considerando che fino a quattro decenni fa si trattava di una patologia praticamente sconosciuta: una sorta di malattia rara la cui diagnosi era molto complicata.

Si tratta di una conquista che la comunità scientifica ha raggiunto, negli anni, con lo studio: i sintomi della celiachia, prima autentici spauracchi, oggi vengono riconosciuti nella maggior parte dei casi con estrema facilità. Però, se da un lato le diagnosi sono in aumento, purtroppo queste ultime comunque non riescono a coprire tutti i casi, ma solo il 30%. In altri termini, secondo l’AIC (Associazione Italiana Celiachia) le 200 mila diagnosi attuali lasciano fuori altri 400 mila casi non diagnosticati.

I dati AIC sulla celiachia in Italia

I dati ufficiali dell’AIC, come detto, parlano di 200 mila diagnosi di celiachia in Italia, ma la sensazione è che i casi relativi a questa malattia cronica siano molti di più. Al punto che, secondo una stima della stessa AIC, la popolazione attesa di celiaci raggiunge le 600 mila unità, con ben 400 mila casi ancora non diagnosticati.

Il vero problema, secondo il coordinatore AIC Marco Silano, sarebbe la presenza dei cosiddetti “pazienti camaleonti”: persone che presentano sintomi atipici della patologia, i quali spesso sviano le diagnosi degli specialisti, senza ricondurre alla celiachia. Ed è proprio per questo che AIC ha lanciato un programma di aggiornamento per migliaia di medici in Italia, con il chiaro obiettivo di sfruttare la formazione per arrivare ad un numero maggiore di diagnosi negli anni a venire. Lo scopo ultimo è arrivare alla diagnosi precoce, così da poter eliminare il glutine prima del manifestarsi dei sintomi.

Italiani celiaci, fra diagnosi e alimentazione

Il prossimo passaggio da raggiungere, non a caso, è spingere sempre più italiani a sottoporsi ad un’analisi specifica, evitando dunque l’auto-diagnosi della celiachia. Va poi detto che oggi iniziare una dieta senza glutine è più semplice che in passato vista la facilità nel reperire dei prodotti gluten free anche per merito di store online come Easycoop ad esempio.

Dall’altro lato, però, il rischio delle diete fai da te è sempre dietro l’angolo, e molti italiani celiaci cadono in questa pericolosa tentazione. Una dieta senza glutine, quando non necessaria, non andrebbe mai fatta perché può rivelarsi dannosa per l’organismo. Nello specifico, la carenza di questa proteina spinge il corpo a “dimenticare” come la si digerisce, provocando un’ipersensibilità al glutine. In secondo luogo, alcuni prodotti che non contengono glutine mostrano di avere un profilo lipidico più alto, e questo non è un bene per la salute.

In sintesi, i cibi gluten free sono una preziosissima risorsa per chi soffre di celiachia, ma una dieta priva di glutine andrebbe evitata in tutti gli altri casi. gli altri casi.

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