[oblo_image id=”1″] Il mondo visto con gli occhi degli artisti olandesi del Seicento sembra talmente reale che quando si ammirano le loro opere abbiamo l’impressione di essere catapultati all’interno del quadro stesso. Non risulta altrettanto facile, però, comprendere il significato nascosto di alcuni oggetti raffigurati nelle scene domestiche o nei paesaggi di città/campagna.
Questo discorso vale anche per i dipinti di Johannes Vermeer, considerato il massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo. Nel corso della sua intera esistenza (1632 – 1675, Delft), egli non dipinse più di 50 opere, di cui finora ne sono state riconosciute ufficialmente solo 37. Lavorò inoltre sempre su commissione, realizzando massimo tre tele all’anno, il necessario cioè per mantenere la moglie e i loro undici figli.
Purtroppo nessuno dei capolavori di Vermeer appartiene a una collezione italiana, ed è per questo motivo e per la loro difficile movimentazione che molto raramente essi sono stati esposti ad importanti mostre svoltesi sul nostro territorio nazionale.
Ora finalmente, per la prima volta in assoluto dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2013, sarà possibile visionare ben 8 opere del genio artistico in una sola e grande mostra alle Scuderie del Quirinale. Le tele autografe, in aggiunta, saranno affiancate da quelle di altri “colleghi” di Vermeer vissuti nella sua stessa epoca, come Nicolaes Maes, Gerard ter Borch, Pieter de Hooch, Gerrard Dou e Carel Fabritius. Di quest’ultimo, per esempio, è presente il “tronien” (termine indicante il ritratto di un personaggio interessante) intitolato “Donna con orecchino di perla”, dal quale Vermeer trasse ispirazione per realizzare il famosissimo “La ragazza con orecchino di perla”, a cui di recente la scrittrice Tracy Chevalier ha voluto rendere omaggio chiamando così uno dei suoi bestseller. La somiglianza fra i due dipinti testimonia quanto il maestro fosse attento nel seguire la produzione dei contemporanei olandesi, avvalendosi pure della sua straordinaria memoria visiva.
Ad accogliere i visitatori nella prima sala dell’esposizione, invece, è stata collocata l’opera “La Stradina”, che cerca di rappresentare nella maniera più veritiera possibile i vicoli caratteristici del paese del pittore, ovvero Delft. In altre due opere autografe, al contrario, è la figura femminile ad essere protagonista: in “Giovane donna in piedi al virginale”, la suonatrice è rappresentata in posizione eretta vicino al suo strumento, mentre sullo sfondo è riportato un quadretto con un piccolo Cupido che tiene una carta con su scritto un verso che caldeggia la fede. Questa composizione di Vermeer, insomma, sembra voler sostenere l’ideale del vero amore. Ancor più simbolica è la cosiddetta “Allegoria della fede” che chiude il percorso espositivo, dove il Paradiso è rappresentato da una sfera di vetro che riflette lo spazio reale simile a quello di una camera di una casa olandese che fungeva da cappella (a quel tempo, infatti, i Cattolici erano obbligati dalla religione ufficiale calvinista a professare il loro credo solo in privato).
In generale, comunque, nelle opere di Vermeer i colori predominanti sono quasi sempre il blu e il giallo. Egli, non a caso, era noto anche come il “Maestro della luce olandese” per la capacità di descrivere la particolare luce del cielo d’Olanda che, dopo la bonifica delle paludi che riflettevano la luce del Sole, non è stato più possibile ammirare.
Dopo un lungo periodo durante il quale i quadri di Vermeer furono dimenticati, nella seconda metà dell’Ottocento l’autore fu riscoperto grazie ad una appassionata monografia che gli dedicò il critico francese Théophile Thoré-Bürger, nelle cui pagine venne riassunto quel poco che si sa della vita e della carriera del pittore.
I visitatori potranno approfondire tali aspetti partecipando ai laboratori d’arte “Spot! 20 minuti un’opera”, lettura guidata condotta dalla storica dell’arte Anna Maria Panzera alle ore 19, e “Come suona Vermeer”, un percorso sonoro per bambini e ragazzi tra le opere dei maestri olandesi per entrare in punta di piedi nelle intime atmosfere delle case del Seicento.

Titolo: “Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese”
Sede: Roma, Scuderie del Quirinale
Periodo: dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2013
Orari: da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Ingresso: biglietto intero 12 euro – ridotto 9,50 euro
Sito Internet: www.scuderiequirinale.it

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