[oblo_image id=”1″]E’ stato presentato a metà gennaio presso la Mediateca Provinciale di Matera, il volume di Domenico Notarangelo, Il Vangelo secondo Matera. Nel volume – si legge in una nota – Notarangelo racconta con note cariche di orgoglio, l’esperienza che lo vide protagonista di un rapporto d’amicizia e di collaborazione con Pier Paolo Pasolini. Un’esperienza conservata per quattro decenni e che regala nuova sfumature e particolari sul pensiero e sulla sensibilità del grande regista.

L’autore propone una lettura nuova ed ardita della Città dei Sassi che ospitò le scene più importnati della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, visti da Pasolini, che scelse già quarant’anni fa Matera come luogo ideale per determinate scene.

Fu quindi il grande regista italiano a sostenere, con molto anticipo, l’idea di Matera come una nuova Terra Santa avendo trovato solo nella città lucana quello che aveva invano ricercato per il suo film in Palestina. Pasolini dunque fu il primo regista a scegliere Matera come set naturale, dopo di lui tanti sono stati i registi che lo hanno imitato fino ad arrivare a Mel Gibson che, dopo quarant’anni ha ricalcato le sue orme girando sugli stessi luoghi The Passion.

E anche quell’esperienza è rivissuta nel volume di Notarangelo che, attraverso la voce di suo figlio Antonio che ha collaborato con il regista americano, mette a confronto le due esperienze non per accendere paragoni o marcare le differenze ma per datare due epoche profondamente diverse tra di loro.

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