Era l’antivigilia di Natale del 1987 e per la prima volta faceva la sua comparsa un dominio tutto tricolore, cioè con il suffisso .it: cnr.it, il sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che fin dall’inizio, attraverso il proprio Istituto d’Informatica di Pisa, ha assolto al ruolo di registro internet dei siti made in Italy.

Oggi, a distanza di vent’anni, i domini attivi in Italia sono quasi un milione e 500 mila dei circa due milioni registrati e crescono al ritmo di 20 mila al mese.

Il boom è avvenuto tra il 1999 e il 2000, grazie all’esplosione della new economy e alla modifica delle norme del Registro del ccTld.it, che consentirono la registrazione dei domini anche ai soggetti senza partita iva, cui però poteva essere assegnato solo un nome, e dando facoltà alle società di registrarne un numero illimitato. Dall’estate 2004, infine, ciascun cittadino maggiorenne appartenente a un Paese dell’Unione Europea può registrare un numero illimitato di domini .it.

Ricordi e aneddoti di personaggi lontani dai riflettori, ma che hanno fatto scoccare nel nostro Paese la scintilla di una delle più grandi rivoluzioni della storia recente, sono raccolti in un numero monografico di Focus.it, la newsletter edita dall’Iit.

Al 31 ottobre di quest’anno risultavano attivi 1.450.271 domini, mentre quelli registrati erano 1.932.280. Considerando il trend di crescita, è abbastanza facile ipotizzare che il 2008 partirà da quota due milioni. Un risultato impensabile solo qualche anno fa.

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