[oblo_image id=”1″] Nell’ambito delle manifestazioni per la ricorrenza del 50° anniversario di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (ottobre 1962) la Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro di Bologna, vuole ricordare questo momento storico, artistico e spirituale con un’esposizione dedicata al grande scultore Giacomo Manzù, in considerazione anche del rapporto intercorso tra l’artista e il cardinale Giacomo Lercaro, tra i massimi promotori del Vaticano II.

La mostra – a cura di Andrea Dall’Asta S.I., Francesco Buranelli, Marcella Cossu, Giulia Manzù, Francesca Passerini, Elena Pontiggia – comprende una cinquantina di opere realizzate tra il 1929 e il 1988, molte delle quali – sculture, disegni, incisioni e pitture – provengono dalla Raccolta Manzù di Ardea collegata alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Altre, dalle collezioni della Fondazione Manzù di Ardea e della Raccolta Lercaro di Bologna.

L’intento è quello di ripercorrere le tappe principali del cammino umano e creativo dell’artista, nel desiderio di far emergere i tratti che lo hanno reso, insieme alle sue opere, uno tra i più significativi protagonisti del dialogo arte-fede nel XX secolo.

Un particolare riferimento, quindi, è riservato al periodo compreso tra la vincita del primo concorso per le porte della basilica di San Pietro in Vaticano sul tema Il Trionfo della Chiesa (1947-48), le successive elaborazioni, specchio di una vicenda complessa segnata da tribolazioni interiori (1949-60), e l’approdo alla realizzazione dell’opera universalmente conosciuta, la Porta della Morte (1961-64).

Attraverso lo snodo delle diverse sezioni emergono i temi fondamentali che hanno caratterizzato il percorso di Manzù: dal rapporto con don Giuseppe De Luca, caro amico, consigliere e spesso intermediario tra l’artista e il mondo ecclesiastico vaticano, a quello più conosciuto e maggiormente indagato con papa Giovanni XXIII. Emerge soprattutto l’urgenza di accordare i grandi temi della tradizione cristiana con una spiritualità che affonda le proprie radici nella realtà dell’uomo contemporaneo, drammaticamente segnata dalla guerra e dall’ingiustizia. Solo radicandosi nell’opacità della realtà umana è possibile intraprendere cammini di liberazione e di riconciliazione.

L’artista elabora quindi un nuovo linguaggio figurativo che, negli anni Sessanta, diventerà espressione di quell’apertura auspicata e realizzata dalla Chiesa grazie al Concilio.

In esposizione non mancano tuttavia soggetti più “profani” – come alcuni ritratti di Inge, compagna di una vita – che mostrano la vitalità creativa e la passione interiore di un artista in continua esplorazione delle più profonde dimensioni dell’animo umano, l’uomo che diceva di sé: «Io lavoro perché mi è una necessità indispensabile all’anima. Io sono un artigiano».

Uno dei maggiori interpreti del secolo passato.

Apertura mostra: 15 marzo – 7 luglio 2013

Orari: da martedì a domenica, ore 11 – 18.30

Chiuso il lunedì (feriali)

Chiuso il giorno di Pasqua (31 marzo)

Aperto il lunedì dell’Angelo (1 aprile), 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno

Ingresso libero


Progetto allestimento: Paolo Capponcelli, Panstudio architetti associati, Bologna

Segreteria e coordinamento progetti: Francesca Passerini

Responsabile tecnico: Claudio Calari

Gestione inaugurazione: Alessandra Bonzi

Ufficio stampa: Arcidiocesi di Bologna, con la collaborazione di Francesca Passerini

Si ringrazia Claudia Amato

Catalogo a cura della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro

Con testi di: Andrea Dall’Asta S.I., Francesco Buranelli, mons. Loris Francesco Capovilla, Marcella Cossu, Inge Manzù, Elena Pontiggia

Schede critiche a cura di: Claudia Amato

Testi delle sezioni a cura di: Francesca Passerini 


Per informazioni

Raccolta Lercaro

via Riva di Reno 57 – Bologna

Tel. 051 6566210 – 211 

segreteria@raccoltalercaro.it   

www.raccoltalercaro.it 

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