“Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgogliosa della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero”.
Benjamin Button
Benjamin Button

E’ una delle frasi più celebri de Il curioso caso di Benjamin Button, straordinario film diretto nel 2008 da David Fincher candidato a 15 premi Oscar e riproposto dalla tv che ogni tanto si accorge che è il caso di dare spazio a qualche pellicola di qualità. Ispirato a un racconto di Francis Scott Fitzgerald narra attraverso la tecnica del flashback la storia del protagonista, nato con il corpo da vecchio e ringiovanito dal passare del tempo. La trama apparirebbe fragile se non fosse per la qualità e la cura dei dettagli: trucco , scenografia ed effetti speciali d’eccezione accompagnano un cast di talenti assortiti guidati da Brad Pitt e Cate Blanchett. E’ un inno alla vita difesa nonostante le carognate che ogni tanto si permette di assestare, alla forza di riprendersi ciò che il destino sembra negare, ai sentimenti più veri che sanno vincere le ragioni del tempo e della logica. L’equilibrio è sottile eppure capace di reggere in un’opera che miscela ingredienti eterogenei senza mai sfaldarsi. E’ questo a decretarne il successo: la capacità di essere sentimentale e non melensa, positiva e non buonista, densa e non eccessiva. Ci sono riferimenti evidenti alla rara e terribile Sindrome di Hutchinson-Gilford, anche se il film non ricostruisce fedelmente le fasi tipiche di questa malattia. Tuttavia, per una curiosa inversione linguistica, negli ultimi anni si è arrivati a definire le vittime di questa patologia come affetti dalla sindrome di Benjamin Button. Sul valore della produzione c’è poco da aggiungere se non che i tre premi Oscar (miglior trucco, miglior scenografia, migliori effetti speciali) sono apparsi persino un bottino magro per l’impatto emotivo che suscita Il Curioso caso di Benjamin Button. Come nota,va ricordata l’accusa di plagio mossa dall’autrice italiana Adriana Pichini che ha riconosciuto nel film i tratti del suo racconto Il ritorno di Arthur all’innocenza

Il curioso caso di Benjamin Button

Regista: David Fincher

Cast: Brad Pitt, Kate Blanchett, Tilda Swinton, Julia Ormon, Jared Harris

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