[oblo_image id=”1″]Il rapporto di coppia sviscerato e portato sul palco per riflettere un po’,e perché no!, spesso anche per riconoscersi. E’ il leit motive de il caso di Alessandro e Maria, presentato egregiamente, in prima nazionale, dal sempre bravo, istrionico e incisivo Luca Barbareschi e da una spumeggiante, biondissima e “romanesca” Chiara Noschese, al teatro Manzoni di Milano.

Si tratta di una sceneggiatura scritta da Giorgio Gaber e Sandro Leporini e già andata in scena nel 1982, in cui si affronta il tema dell’amore e delle sue tante contraddizioni, caratterizzate dalla perversione dei meccanismi e delle dinamiche del rapporto tra carnefice, vittima e viceversa. Gli amanti si confrontano e si sforzano di trovare, tramite la narrazione del vissuto, le motivazioni del fallimento del loro legame amoroso, come in un rapporto allo specchio. Ma la verità è sempre individuale, e la traduzione spesso impossibile. Ed ecco l’alternasi di flussi di coscienza continui, dolorosi, intercalati da confronti spesso spietati e distruttivi, che non lasciano speranza all’amore, ma sono solo terreno di ripicche e veleni, che non permettono di crescere.

[oblo_image id=”4″]La splendida voce di Chiara Noschese e quella profonda di Luca Barbareschi fanno da corollario alla narrazione, e intonano canzoni d’amore che danno un senso poetico al dramma amoroso: da Tenco a Pino Daniele. Canzoni che comunque scaldano il cuore, immalinconiscono, richiamano alla luna e alla nostalgia, quasi si potesse ritrovare il sentimento perduto solo in una melodia, in parole scritte da un’altra mano, ma che esprimono con efficacia il senso di un sentimento difficile da razionalizzare, ma profondissimo. Ma è sempre l’essenziale incomunicabilità a farla da padrona, caratterizzata paradossalmente da parole che feriscono, e che non sciolgono i dubbi, che lasciano un senso di sospensione e di vuoto nell’anima.

Un uomo e una donna, divisi e uniti, lui dal dilemma di “essere” o “esserci”, lei energica e vitale nella sua gioia di esistere, ma triste e rassegnata nella consapevolezza di “non essere”, alla fine, in nessun posto. Un omaggio al genio di Gaber, comunque da non perdere. Lo spettacolo sarà al Manzoni fino al 29 marzo.

Al Teatro Manzoni dal 3 al 29 marzo 2009
Orari: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
Biglietto: Poltronissima € 30,00 da martedì a venerdì – € 32,00 sabato e domenica
Poltrona € 20,00 da martedì a venerdì – € 22,00 sabato e domenica
Musiche eseguite dal vivo dalla Marco Zurzolo Band
sax Marco Zurzolo piano Antonino Armano contrabbasso Peppe Timbro
chitarra Tony Miele batteria Leonardo De Lorenzo
scene Massimiliano Nocente
costumi Teresa Acone
disegno luci Mario Esposito

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