Anti interismo ? Fa male credere che esista
Anti interismo ? Fa male credere che esista

Se ne è parlato per anni, poi sembrava riposto in un sarcofago ma si è improvvisamente ridestato. Lo spettro dell’anti interismo strisciante ha popolato l’immaginario pallonaro nelle stagioni di sofferenza nerazzurro e oggi viene nuovamente bandito alla luce degli ultimi risultati negativi. Semplificando è la tendenza che tutto e tutti si muovano contro: un mix letale di sfortuna, torti subiti, imprevisti e contrattempi. Il problema vero è finire col crederci. Pensare veramente che le responsabilità per il calo delle ultime giornate siano da attribuire agli arbitri, alla iella, al campo pesante, ai giornali, alle tv e chi più ne ha…più ne metta. La veità è che l’Inter era partita con il piede giusto: entusiasmo, spazio ai giovani, fiducia assoluta in Walter Mazzarri.. Poi qualcosa si è inceppato. La compattezza della difesa è venuta meno, alcuni giovani hanno fatto segnare passi indietro (Belfodil, Taider), qualcuno ama la maglia ma di più qualcos’altro (Icardi), altri si sono del tutto eclissati. Si sono registrati cali di tensione, distrazione, blackout inammissibili per un organico che dovrebbe mordere il campo per la voglia di emergere dimostrando di meritare di indossare la casacca nerazzurra. Trovare motivazioni esterne, significa far balenare nella testa di qualcuno che ci sia sempre un alibi a cui attaccarsi, impedisce di fare autocritica che rimane un passo necessario per crescere. Dire che è mancato il gol serve a poco perchè a calcio fare gol non è un dettaglio. Bollare come una semplice svista la dormita sul gol del Genoa significa stigmatizzare un errore da matita blu: non si buttano via punti per strafalcioni simili. Giustamente Mazzarri ha detto che nell’anno zero della ricostruzione, bisogna guardare più le prestazioni che la classifica. Ma il problema è che proprio le prestazioni hanno fatto registrare un netto calo: sconfitta col Parma, pareggio col Chievo, eliminazione con l’Udinese, caduta a Marassi; crollo delle medie realizzative per quello che era stato a lungo il miglior attacco del campionato. Si deve guardare avanti? Certo. La regola numero uno per chi vuole risalire è di togliersi la zavorra fatta di sospetti, manie di persecuzione, isterismi e slanci vittimistici. In due parole, l’anti interismo. Che fa male solo se si crede davvero che esista.

Anti interismo strisciante: il pericolo è credere che esista
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